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“Un paese ci vuole”. Un Convegno al Liceo Newton ricorda Cesare Pavese

07/10/19/ Successi e resoconti

Si è svolto venerdì 4 ottobre nell’Aula magna del Liceo “I.Newton” il Convegno dal titolo Un paese ci vuole. Cesare Pavese e la sua terra, che ha suggellato un anno fitto di attività che hanno visto al centro la classe 3B (attuale 4B) nell’ambito dei progetti di Alternanza Scuola-Lavoro e che sono state coordinate dal Liceo insieme alla sezione chivassese dell’Unitre e alla Fondazione Cesare Pavese di Santo Stefano Belbo.

Il Convegno, aperto dall’interpretazione emozionante di Mariano Deidda, scelto come colonna sonora di uno dei booktrailers realizzati dagli studenti che hanno fatti da contrappunto agli interventi dei relatori, dopo i saluti istituzionali del Dirigente scolastico, dott.Doriano Felletti, del Sindaco Claudio Castello, dell’Assessore alla Cultura Tiziana Siragusa e della Vicepresidente della Fondazione Silvana Caligaris, è entrato nel vivo con la relazione di Franco Vaccaneo, per anni direttore della Biblioteca di Santo Stefano Belbo e del Centro Studi Pavesiani, il quale ha sfatato alcuni “miti” intorno alla figura di Pavese attraverso un’impostazione reticolare e digressiva che ha fornito affascinanti spunti di riflessione e approfondimento al pubblico molto attento, composto in larga parte da studenti liceali dell’ultimo anno.

I ragazzi della 4B hanno poi ripercorso l’anno trascorso attraverso le tappe più significative: è emersa la fascinazione esercitata da un autore prima pressoché sconosciuto e rivelatosi molto complesso, ma proprio per questo estremamente interessante. “Ci siamo confrontati con temi difficili, profondi, anche scomodi, ma è stata una sfida affascinante e siamo soddisfatti del lavoro svolto”, commenta Alessia Melotto; le fa eco Pietro Devecchi: “E’ stato bello parlare di Pavese con esperti, studiosi, ma anche con i numerosi lettori che hanno visitato la mostra. All’inizio eravamo intimiditi, ma l’esperienza che abbiamo vissuto ci ha aperto gradualmente agli altri e abbiamo continuato a imparare attraverso i tanti sguardi che abbiamo incrociato”.

Nella seconda parte, Silvia Boggian, project manager della Fondazione Cesare Pavese, ha descritto la vocazione e i compiti di una Fondazione culturale, mentre Maurizio Cossa, nipote di Maria Pavese, la sorella di Cesare, ha proposto un punto di vista intimo e familiare sullo scrittore, di cui sono emersi il carattere difficile e la personalità ingombrante, e si è soffermato anche sulla reazione della famiglia – una sorta di consegna del silenzio, di vergogna indicibile – al suicidio dello scrittore.

Con la premiazione degli scatti più belli ai luoghi pavesiani di Torino, realizzate nel corso di un “passeggiata letteraria” da Alice Sacco, Elena Vittoria Perottino e Jamila Hilmi, e con la sintesi dei docenti tutor dell’attività, Antonella Calzavara e Mario Marino – che hanno scelto di far parlare i testi, prestando la voce allo stesso Pavese o a Natalia Ginzburg nel celebe ritratto dell’amico in Lessico famigliare - e dell’anima del progetto, l’instancabile e poliedrico Giuseppe Busso, Presidente dell’Unitre di Chivasso, si è chiuso (provvisoriamente) un percorso iniziato esattamente un anno fa e che avrà una coda in un seminario di lettura espressiva tenuto da Elena Zegna.

 Il Newton e l’Unitre sono già al lavoro con un nuovo progetto, dedicato al coraggio dell’utopia di Adriano Olivetti.

(da La Nuova Periferia del 9 ottobre 2019)

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