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Una lezione di Medici Senza Frontiere

17/03/18/ Successi e resoconti

Il Liceo Newton incontra "Medici Senza Frontiere". Le classi quinte hanno dialogato con i volontari della Onlus che sfida gli scenari di guerra per curare chi non ha assistenza medica. Duda Casari è una dei tre volontari dell'organizzazione nella Regione Piemonte che ieri ha incontrato gli studenti: "Abbiamo portato la nostra testimonianza per far conoscere il lavoro dei "medici senza frontiere" e soprattutto la realtà umana tragica in cui operiamo".  Una testimonianza che passa non soltanto attraverso le parole, ma anche i filmati e le interviste. L'attività è stata organizzata dalla docente Donatella Tubino, in collaborazione con la Commissione Salute, e sostenuta dal Dirigente Doriano Felletti che ha voluto accogliere i rappresentanti di MSF.
La Onlus, nata nel 1971 con trecento medici e due giornalisti fondatori Borel e Bernier, oggi conta 30.000 operatori provenienti da tutte le parti del mondo ed è presente in 70 paesi. È la più grande organizzazione umanitaria indipendente di soccorso medico del mondo. Nel 1999 ha ricevuto il Premio Nobel per la pace in riconoscimento del suo "lavoro umanitario e pionieristico realizzato nei vari continenti".

"Il nostro obiettivo è essenzialmente quello di salvare e curare vite umane, rispettando tre principi per noi fondamentali: neutralità, imparzialità e indipendenza. Negli scenari di guerra i nostri presidii medici accolgono chiunque abbia bisogno; si trovano fianco a fianco persone che si considerano nemiche, ma le armi e le ostilità devono essere lasciate fuori dal cancello dei nostri ospedali" aggiunge Duda Casari. Questo ha garantito l'imparzialità di MSF e gli ha permesso di operare là dove altre associazioni non arrivano e dove le popolazioni vivono la disperazione dell'abbandono. "Quando siamo davanti ad atti di violenza estrema, a genocidi, denunciamo pubblicamente quanto avviene. - dice -  L'indipendenza dai governi nazionali e dalle loro scelte politiche ci porta ad essere attenti rispetto ai nostri finanziatori: per il 90% si tratta di privati e abbiamo una black list dei finanziatori non graditi". Ai ragazzi è stato anche proposto un filmato sulla condizione dei migranti in Libia: "È una testimonianza dura – commenta Duda -, ma è rivolta alle classi quinte, gli studenti devono conoscere che cosa accade laggiù, al di là degli stereotipi e dell'informazione, spesso superficiale, appresa da Internet. I migranti, che provengono dagli stati della fascia subsahariana , dal Niger, dal Mali, dalla Nigeria, cadono nelle mani di organizzazioni senza scrupoli; vengono detenuti nelle prigioni in condizioni disumane, torturati; le donne in particolare subiscono ogni tipo di violenza fisica, sessuale, morale. I paesi di provenienza non li vogliono indietro e restano intrappolati in quella terra di nessuno che è diventata la Libia, dove spadroneggiano le bande criminali e non esiste nessun governo, nessun interlocutore con cui trattare. I migranti, venduti e violati, sono un grande business che le organizzazioni criminali non vogliono lasciarsi sfuggire".

Gli studenti hanno seguito con interesse e hanno avuto l’occasione di conoscere il lavoro sul campo di una delle organizzazioni umanitarie più importanti.

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