L’attualità entra nelle aule del Liceo Newton, grazie a un’iniziativa organizzata dai docenti di Storia e Filosofia. Mercoledì 12 aprile, infatti, moltissimi studenti hanno seguito una conferenza tenuta dai professori Fabio Fiore e Dario Romeo, che hanno analizzato la crisi tra Russia e Ucraina attraverso una prospettiva storica di lunga durata.
“Si tratta di imparare insieme, e costruire un’idea di comunità” – ha affermato in apertura il professor Fiore, che ha sottolineato l’importanza di una lettura del presente in prospettiva storica, perché l’informazione non sia appiattita sul presente, in modo acritico e senza un’adeguata contestualizzazione. Compito di intellettuali e, in questo caso, docenti, è quello di procedere all’analisi attraverso una prospettiva “avalutativa”, tacitianamente sine ira et studio, come antidoto al dibattito sgangherato dei talk show e all’illusione di “essere lì” e come occasione per mettere alla prova i nostri valori.
Il concetto di guerra, dirompente perché mette in discussione i fondamenti della civiltà, ha costituito il punto di partenza: da un lato, se ne possono raccontare gli orrori – ed è interessante notare come la percezione della guerra sia cambiata nell’arco di pochi anni dopo la Prima Guerra Mondiale, quando prevaleva ancora una visione quasi romantica, mentre poi essa è diventata inaccettabile: si tratta di una prospettiva umanamente ineludibile, ma parziale, in quanto rivela gli effetti, e non le cause; per queste, occorre procedere a una lettura politica, poiché le cause politiche sono sempre correlate ai conflitti.
Si è poi analizzata la figura di Putin, e della leadership in senso più ampio: se è vero che un leader dipende/è forgiato dalla comunità in cui vive sotto vari profili, compreso quello geografico, allora può essere utile una lettura in chiave di psicologia collettiva: ne è emerso il ritratto di una profonda insicurezza e al contempo di un’idea di sé sovradimensionata.
Entrando nel vivo dei tragici eventi di guerra, ci si è chiesti perché proprio l’Ucraina sia diventata l’oggetto del desiderio imperialista russo: esistono naturalmente le due narrazioni contrapposte dei due contendenti, e per sciogliere il groviglio i relatori hanno ricostruito la storia dei due popoli fino al “suicidio” dell’URSS.
A questa altezza cronologica i docenti si sono fermati e hanno dato appuntamento agli studenti con un piccolo “mandato” di ricerca individuale da cui si prenderanno le mosse nel prossimo incontro, che ci racconterà criticamente gli anni successivi alla caduta del Muro e ci inviterà ancora una volta a riflettere e a ricordare che la cronaca non basta, e che la conoscenza del passato, condotta attraverso fonti autorevoli, è chiave necessaria per orientarsi nella complessità in cui ci troviamo immersi e spesso disorientati.